Demoricostruzione: verso il consumo di suolo zero
La visione europea parla chiaro. Come sostiene anche l’Environment Action Programme to 2020, si stanno definendo interventi per incrementare e supportare le politiche ambientali, nella prospettiva di un 2050 dominato dall’economia circolare, dalla salvaguardia della biodiversità e da una società globale sicura e sostenibile.
Tra gli obiettivi che più interessano il comparto edilizio e dell’abitare c’è il consumo di suolo zero entro il 2050. Rispettare le normative europee in materia significa, ad oggi, rivoluzionare e adattare totalmente la concezione di progettare e costruire, arrivando a considerare come prima soluzione la demoricostruzione (demolizione e ricostruzione).
Cosa significa “consumo del suolo”?
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) definisce così il consumo del suolo:
“È un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale, dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale. Il fenomeno si riferisce, quindi, a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative. Un processo prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici e infrastrutture, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio”.
Gli interventi insediativi e di costruzione originano l’impermeabilizzazione del terreno, ovvero la copertura di diverse aree con materiali artificiali come asfalto o cemento, incrementando il rischio idrogeologico. Ecco perché l’Europa vuole limitare le attività degradative e raggiungere il consumo di suolo zero entro il 2050.
Perché la demoricostruzione è la soluzione
Se la possibilità di occupare nuove aree sarà limitata (se non vietata del tutto) si guarderà a opere già preesistenti, su cui intervenire con demolizione e ricostruzione o con progetti di riqualificazione che contemplino anche ampliamenti e sopraelevazioni, dove consentito.
Le ristrutturazioni e gli incentivi per l’efficientamento energetico saranno verosimilmente sempre più frequenti e i centri storici riacquisiranno valore, oltre a promuovere un rinnovato interesse culturale e turistico.
Progetto di demolizione e ricostruzione in zona sottoposta a vincolo paesaggistico
Tra i progetti di demolizione e ricostruzione in Sisma Bonus, noi di Mozzone Building abbiamo portato a termine un cantiere a Racconigi (CN), sito a 900 metri a piedi dalla piazza principale del castello.
L’intervento di ristrutturazione in legno XLam è stato effettuato sul rudere di un casale rustico piemontese, con più unità abitative, mantenendo la stessa sagoma. La sfida era proprio quella di adattare il nuovo edificio alle esigenze del centro storico, recuperandolo dal degrado, rispettando i vincoli paesaggistici e restituendo tutti i vantaggi del legno XLam, a partire dall’efficientamento energetico.
Le soluzioni Mozzone Building
Grazie all’esperienza maturata negli anni, siamo riusciti a progettare soluzioni che rispettassero le esigenze iniziali del committente e del contesto urbano, integrando l’uso del legno e della tecnologia dei pannelli XLam al carattere storico e autentico del casale.
Ad esempio, abbiamo completamente lasciato il mattone scuro a vista e chiuso le vecchie aperture dei granai, grazie a una serie di vetrate con infissi ad alto efficientamento termico e acustico.
All’esterno abbiamo studiato una soluzione innovativa che ci permettesse di ancorare agli elementi in XLam la struttura portante in pietra dei balconi.
Le costruzioni in legno, progettate e customizzate correttamente, ben si prestano alle demolizioni e ricostruzioni in centro storico, anzi con il vantaggio di rendere vecchie strutture conformi alle normative di sicurezza antisismica odierne.
È un materiale molto versatile che risponde alle diverse esigenze dei committenti, come dimostrano anche altri progetti Mozzone Building.
La palazzina anni ‘60/’70 di due piani a Vernante (CN) che è diventata uno chalet di montagna di tre piani a vista; la casa moderna privata a Savigliano (CN), recuperata dall’ex garage di un gommista, o il palazzo fine ‘800 di Pinasca (TO) demolito e poi ricostruito in chiave moderna.
Con il legno XLam ristrutturare una casa vecchia conviene?
Soprattutto nei centri storici, ristrutturare una casa vecchia con legno XLam conviene perché un cantiere in bioedilizia, rispetto a quello in edilizia tradizionale, ha numerosi vantaggi:
Tempi ridotti: grazie a una prima fase di progettazione più lunga. Il cantiere di Racconigi è durato circa un anno e mezzo, ma una casa più piccola può richiedere anche solo 6-8 mesi. Tempistiche che rendono sostenibile un affitto a breve termine per i committenti o una soluzione domiciliare temporanea. Consentono, poi, di risparmiare sui costi vivi del cantiere (gru, opere provvisionali di sicurezza).
Cantiere silenzioso: terminata la fase di messa in opera delle fondazioni in cemento armato, il cantiere prevede la presenza di operai che si occupano del montaggio, ma sono escluse macchine pesanti e rumorose. La ristrutturazione sarà meno stressante per tutto il vicinato, soprattutto in un contesto urbano in cui le unità sono adiacenti.
Meno sporco: un altro aspetto che i vicini apprezzeranno è la quasi assenza di polveri e sabbia che si depositano in tutti gli anfratti. Non c’è sporco perché la struttura è completamente a secco.
L’obiettivo di arrivare al consumo del suolo zero entro il 2050 non è così lontano come immaginiamo e le normative europee remano di anno in anno verso quella direzione. Come imprese edili siamo responsabili dell’impatto che il nostro lavoro ha sull’ambiente e sulla vita delle persone.
Gli interventi di demoricostruzione saranno il fulcro del nostro futuro e fin da ora è bene capire come adattarsi ed evolvere per essere più sostenibili, grazie all’innovazione tecnologica e all’attitudine etica e professionale. Se sei un progettista, prenota una visita in cantiere, per approfondire e comprendere come le soluzioni Mozzone Building possono supportarti nel tuo lavoro.