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Rispettare i criteri ambientali minimi in bioedilizia

Dal 2022, la PA richiede il rispetto dei criteri ambientali minimi per gli appalti pubblici. Ecco cosa vuol dire nel campo della bioedilizia.

Come riportato in Gazzetta Ufficiale, il decreto ministeriale del 23 giugno 2022, nell’ambito della transizione ecologica, rende obbligatorio che i prodotti impiegati per gli interventi edilizi in appalti pubblici rispettino i cosiddetti CAM, criteri ambientali minimi.

In questo articolo approfondiremo come questa normativa abbia impattato sul mondo delle costruzioni e della progettazione e come rispettare i criteri ambientali minimi in bioedilizia sia molto più lineare e immediato, rispetto all’adeguamento dell’edilizia tradizionale.

Cosa sono i CAM e perché guardano al futuro

I CAM sono requisiti ambientali, imposti da decreto ministeriale, per favorire la transizione ecologica del Paese, a partire dagli appalti pubblici. Il rispetto di questi criteri promuove dei modelli di produzione e consumo più sostenibili, per ridurre l’impatto ambientale, come stabilito anche dall’obiettivo europeo di consumo del suolo zero entro il 2030.

Diversi settori ne sono coinvolti, sia in ambito di fornitura che di progettazione. Ad esempio: l’arredo e l’illuminazione urbana, gli arredi interni, la carta e le cartucce, le calzature da lavoro, gli eventi culturali, il lavaggio industriale, la ristorazione collettiva, il tessile, i rifiuti urbani etc.

Il portale governativo della direzione generale dell’Economia Circolare (EC) li definisce:

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato”.

Applicare e rendere obbligatorio l’adeguamento ai CAM vuol dire diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti più sostenibili, incentivando, di conseguenza, l’investimento in innovazione e materiali da parte delle imprese, per rispondere alle esigenze della Pubblica Amministrazione e per restare competitive sul mercato.

I Criteri Ambientali Minimi in bioedilizia

Se guardiamo ai differenti metodi di progettazione e impiego dei materiali, rispetto all’edilizia tradizionale, in bioedilizia è più immediato rispettare i criteri minimi ambientali richiesti dalla PA.

Intanto perché la bioedilizia ha già, per definizione, un orientamento alla sostenibilità ambientale e a minimizzare l’impatto delle costruzioni sul territorio, migliorando le performance energetiche delle strutture e il benessere delle persone.

Inoltre, al contrario del cemento e del polistirolo, il legno è un materiale naturale, che rispetta di per sé l’economia circolare, almeno a livello teorico. A livello pratico, per evitare la deforestazione e peggiorare ulteriormente il surriscaldamento globale, esistono delle apposite certificazioni che controllano tutta la catena di custodia del legno, poiché il materiale sia prodotto e gestito mediante una filiera completamente garantita.

Le certificazioni FSC e PEFC

In Mozzone Building il legno è certificato. Questo significa che, non solo possiamo garantirne origine e provenienza, ma che in tutte le fasi di gestione, dal semplice spostamento o stoccaggio nelle aree dedicate, alla vera e propria lavorazione, ci atteniamo alle disposizioni e ai criteri impartiti dalle certificazioni FSC e PEFC, per assicurare la catena di custodia del legno.

In particolare la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) assicura la rintracciabilità dei materiali che provengono da foreste gestite secondo criteri di sostenibilità, da fonti controllate, materiali di recupero o da un insieme di queste origini.

Attesta la provenienza responsabile del materiale impiegato dalle imprese e il loro impegno nella gestione forestale sostenibile, dove è garantita la ripiantumazione.

La certificazione forestale PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), invece, permette di essere conformi a requisiti legislativi di normative internazionali, che combattono l’immissione sul mercato di legno proveniente da disboscamento e commercio illegale. Oltre a essere un impegno ambientale, rappresenta una presa di posizione sociale.

Ad oggi, oltre il 60% delle foreste mondiali ha la certificazione PEFC, più di 300 milioni di ettari gestiti in modo da garantire il rispetto dell’ambiente, della biodiversità e dei lavoratori.

Per noi di Mozzone Building mantenere la catena di custodia del legno certificata vuol dire formazione continua del personale, audit costanti dagli enti certificatori e report interni aziendali con registri di contabilizzazione. Aree di stoccaggio e lavorazione dedicate, poiché il legno certificato non deve in alcun modo venire in contatto o mischiarsi con legno senza certificazione.

Ma anche poter garantire ai nostri clienti una materia prima e un metodo di lavorazione che non solo parlano di sostenibilità ambientale, ma sono davvero gestiti per renderla concreta e certificata in ogni fase della filiera.

Di conseguenza, ecco perché rispettare i criteri ambientali minimi in bioedilizia e incontrare le esigenze della Pubblica Amministrazione è un adeguamento molto più immediato, rispetto a quello dell’edilizia tradizionale.

Se hai bisogno di più informazioni su come ci impegnammo a mantenere la catena di custodia del legno, contattaci.

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